Brompton Cocktail

Sep
2008
03

posted by on Seriamente parlando

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Doc, I’m dying, I’m feeling compromised (feeling compromised)
and so dehumanized (and so dehumanized)
I lost my final fight to disease, I feel that this is where it ends
I need that shot to enter my vein
My Brompton Cocktail blend

Di solito questo non è un blog serio, anzi, di solito è un blog senza grandi contenuti, il punto è che da mesi, anzi anni, ho in mente questo post e oggi leggendo il giornale ho deciso che era arrivato il momento di scriverlo; non lo leggerà nessuno ma devo scriverlo per me stessa.
L’argomento forse si capisce, soprattutto se conoscete la canzone che sto citando, Brompton Cocktail degli Avenged Sevenfold, l’argomento è la morte, direi, ma non la morte in quanto tale, ma forse piuttosto la dignità di morire.
Mi spiego non è un post semplice da scrivere nemmeno per me ma è da stamattina, da quando ho letto il giornale, quell’articolo sulle critiche alla teoria della morte cerebrale come momento di morte di una persona che ci rifletto su. Premetto io sono favorevole all’eutanasia e anche al fatto che se uno è tenuto in vita da delle macchine, se uno sta in coma da dieci anni per me ha il diritto di essere lasciato andare, soprattutto se magari l’ha espressamente chiesto o se ha stabilito da qualche parte che non voleva restare un vegetale per anni.
Lo so ho il tono polemico ma questo argomento per me conta, conta eccome, non è semplice etica, per me è vita: parlo in prima persona, parlo da persona che ha vissuto una esperienza simile. Se posso aiutare una persona a morire con dignità, a non farlo soffrire come un cane perchè non dovrei farlo?
Sarà che non sono religiosa quindi io quello che dicono i cattolici proprio non lo capisco, la vita è sacra fin qui non ci piove ma forse il concetto di vita andrebbe un pochino rivisto, non sono certa di essere inclina a considerare vita quella di una persona in coma senza neanche le capacità basilari di respirazione, nè tantomeno quella di qualcuno che sta morendo nel peggiore dei mali.
Se tanto la morte è quello che aspetta quelle persone almeno facciamo che arrivi presto, nel modo più indolore possibile perchè è l’ultima cosa che possiamo regalare a chi amiamo prima di lasciarli andare.

I’m not running away, been fighting this so long (so long)
Such a price that we pay, we gotta be so strong
And I take my life tonight ’cause I have the right to die how I wanna
and leave how I arrived, so alive

Questa canzone che sto citando a pezzi per me è straordinaria, avere il diritto di morire come si vuole, non fraintendetemi non è che sostengo la cosa a prescindere, certo se uno vuole ammazzarsi per quanto mi riguarda lui ha tutto il diritto di farlo anche se sinceramente io sposto l’attenzione sulle persone che gli vogliono bene e che per quello probabilmente soffriranno. Ma non è questo il punto, non è questo di cui volevo parlare. Oggi la regione Lombardia, se non erro, ha rigettato nuovamente la richiesta di un padre di staccare la spina alla figlia in coma da 16 anni dopo che la Corte d’Appello aveva dato il via libera; perchè non ci sono strutture in grado di ospitarla nè personale medico in grado di compiere quella operazione senza incorrere nell’interruzione delle cure e commettere quindi un reato.
E qui sempre si ritorna al caso Welby e non solo, a tutti quegli altri casi che nel resto del mondo non sono casi ma da noi sì: un uomo lucido e cosciente sa che sta per morire e chiede di potersene andare con dignità, chi è la legge o la Chiesa per dirgli che non può? Chi sono io per dirgli che no deve starsene a letto magari per anni a soffrire come un cane attaccato a un respiratore mangiando da un cazzo di sondino?
Non so dicono che staccare la spina non sia umano, beh io trovo disumano obbligare qualcuno a essere qualcosa che non è più un uomo ma un vago ricordo di quello che un uomo dovrebbe essere.
Negli ospedali italiani non si può imbottire un malato terminale di morfina perchè se ne vada in pace senza rendersene conto, per fortuna ci sono persone, medici e infermieri che hanno pietà di chi sta morendo e che lo fanno comunque, non solo per chi se ne sta andando ma anche per le famiglie che stanno attorno a queste persone e che hanno come magra consolazione quella di sapere che si è addormentato e semplicemente non si è mai svegliato.
I discorsi di etica e religione sono tanto belli, invidio chi ha la fede, lo invidio profondamente, io non credo di averla io forse l’ho persa per strada, credo che io e Dio abbiamo uno strano rapporto, io gli devo delle scuse, tante, e lui mi deve delle spiegazioni, altrettante, ma io non credo che gli chiederò scusa finchè non avrò quelle spiegazioni, e lui non me le darà finchè non gli chiederò scusa.
Quindi direi che non stiamo andando da nessuna parte.
Questo post è venuto lungo e non ho nemmeno detto tutto quello che volevo dire, ma immagino che il succo del discorso sia emerso anche troppo, ho deciso di parlare oggi dopo anni forse perchè avevo voglia di scrivere, forse per l’articolo uscito oggi sull’Osservatore Romano che ancora una volta mette in discussione la morte cerebrale come morte dell’uomo, forse… boh… forse perchè ogni tanto le cose devono anche uscire dalla mia testa e non possono restare tutte dentro.
Io non vorrei mai restare attaccata a una macchina, io voglio donare i miei organi, e farò il testamento biologico, io se potessi chiederei di morire con dignità.
Non sarà un bel discorso, ma questo è quanto.

I’m tired, induced euphoria (induced euphoria)
to help me move along (help me move along)
I wanna meet my maker in peace, i want to feel alive again
So put that smile back on my face and mix it strong my friend

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  1. Fra

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