Intervista
di PLAYBOY, maggio 2004
Di Bernard Weinraub
Playboy: Sei passato attraverso molti cambiamenti,
ultimamente, non ultimo dei quali il fatto che il film “I
Pirati dei Caraibi” ti ha reso una delle stelle più
famose di Hollywood. Hai avuto anche una nomination come miglior
attore.
Depp: E’ molto strano [ride]
Playboy: Che impatto hanno avuto “I Pirati”
sulla tua carriera e sulla tua vita?
Depp: Non sono la persona giusta per rispondere
a questa domanda. Innanzitutto, il film è piaciuto a bambini
dai 4-5 anni a persone di 40, 60 e 70. Non mi era mai successo
prima. E’ stato fantastico. Vorrei solo continuare ad ottenere
dei bei ruoli.
Playboy: La prospettiva di Hollywood su di te è
cambiata?
Depp: Non so se Hollywood mi vede in maniera diversa.
Sicuramente ricevo molte più chiamate da persone e registi
che prima non conoscevano neanche il mio nome. Va bene. Il mio
prossimo film è stato pianificato da un po’. La storia
si svolge nell’Inghilterra della Restaurazione. Io faccio
la parte di John Wilmot, il secondo duca di Rochester, un poeta
selvaggio e ribelle. E’ morto di alcol e sifilide all’età
di 33 anni. Un gran bel progetto.
Playboy: Ora ti considerano una star con più
valore economico.
Depp: Sono sempre stato un po’ distante da
quel gioco. Credo ci sono stati momenti in cui ero al limite per
poterlo essere. Ma è tutto così strano. Tutte quelle
strane liste- le 5 top star, le 10 top star “prendiamo questo
perché ha più valore (economico) degli altri.”
Io non ci penso. Sei sulla lista per due settimane e poi- puf!-
sei fuori. Non mi ha mai preoccupato il fatto che non fossi sulla
lista. Se pensano che abbia più valore questa settimana,
fantastico. La prossima settimana sarò completamente fuori.
Non ci sono abituato. Non sono mai stato allergico al successo
commerciale. Quando fai un film e questo ha successo, è
bellissimo. Solo che ci voglio arrivare nella maniera giusta,
in una maniera che non sia compromettente, o umiliante, o brutta.
Se sono un attore di “valore” , non lo so. Se ci resto,
chi lo sa?
Playboy: Ti consideri una star?
Depp: Beh, le vere star del cinema erano Humphrey
Bogart, Lauren Bacall, Spencer Tracy, Montgomery Clift. Come potrei
io paragonarmi a Clark Gable? Tom Cruise è un grande attore.
Se mi considero una star del cinema? Mi considero un ragazzo con
un buon lavoro, un lavoro interessante.
Playboy: Forse qualcosa in più di un buon
lavoro. Sei diventato una star da “botteghino”. Stai
passando più tempo a Los Angeles che in Francia per essere
più vicino al mondo del cinema.
Depp: Be’, vivo ancora in Francia parte del
mio tempo.
Playboy: In Francia sei come qui a casa?
Depp: Ora lo sono. All’inizio sono rimasto
scioccato, perché non parlavo la lingua. Mi piaceva, perché
così non dovevo parlare. Era bello stare in mezzo alla
gente e non avere la responsabilità di dire nulla. Non
ero sotto i riflettori come novità o per intrattenere.
Playboy: Ti trovi spesso in questa situazione?
Depp: Si, e questo era bello. Potevo starmene lì
in silenzio a bere vino. Alla fine, però, la cosa che mi
è piaciuta dello stare lì, è stata la cultura,
molto antica.
Playboy: Come è la tua vita in Francia?
Depp: Semplice, in realtà. Abbiamo un casa
in campagna. Ci svegliamo la mattina, quando sorge il sole, facciamo
il caffè e poi prepariamo la colazione per i bambini.
Playboy: Ora che sei tornato all’occhio del
pubblico in maniera più vistosa, ti senti più esposto?
Depp: Abbiamo sempre avuto a che fare con i paparazzi.
Quello non è cambiato. Sono molto ambiziosi. Sono alla
ricerca di Dio sa cosa. Cominci a pensare, perché ti devono
invadere in maniera così intensa?
Playboy: Ti ha fatto rivedere la tua scelta di fare
I Pirati dei Caraibi?
Depp: No, non voglio lamentarmi. Quando siamo in
luoghi pubblici, tipo ad una inaugurazione o ad una prima, non
mi da fastidio la stampa. E’ la natura della bestia. Ma
quando vai a fare regali di Natale per i tuoi figli, non ne capisci
il fascino. L’altro giorno avevo un appuntamento per pranzo
nella San Fernando Valley. C’era letteralmente una schiera,
tipo 7 o 8 macchine dietro di noi. La mia ragazza ha portato i
bambini al parco l’altro giorno, e I paparazzi l’hanno
circondata solo per fare delle foto di lei che giocava coi bambini
E’ orrendo. Non mi dispiace così tanto quando sono
io, ma quando si tratta dei bambini, è un’altra storia.
E’ cattiveria.
Playboy: C’è meno clamore in Francia?
Depp: Non necessariamente. Volano gi elicotteri
sopra la casa, davanti alla cucina. Hanno queste grosse lenti.
Playboy: Un altro cambio importante: hai da poco
compiuto 40 anni. Sei sorpreso di avercela fatta?
Depp: E’ stato in dubbio per un po’.
Playboy: Onestamente avevi paura di non arrivarci?
Depp: Prima di compiere 20 anni e durante I tuoi
20 anni, sei immortale, inattaccabile. Solo dopo ti rendi conto
di essere mortale.
Playboy: Una volta hai detto che tutti pensato a
te come un drogato, un caso mentale rissoso, arrabbiato e ribelle.
Quanto era accurata questa descrizione?
Depp: Beh, per molto anni mi è stato detto
di essere un selvaggio. Ora dicono che sono un ex ragazzo selvaggio,
un ex ragazzaccio, un ex ribelle. Credo che l’ “ex”
si riferisce al fatto che sono diventato padre. I media cercano
di trasformarti in quello che vogliono. Succede a tutti. E’
il nuovo ragazzaccio, è il nuovo James Dean, il nuovo che
cavolo ne so. E’ divertente e fastidioso. Mia madre legge
tutta quella roba. E anche i miei nipoti e tutta la famiglia.
A volte era davvero pura finzione.
Playboy: Ad un certo punto la tua vita è
sembrata fuori controllo. C’entrava la droga?
Depp: Fondamentalmente l’alcol. Anche quelle
erano droghe –pillole—e c’è stato il
pericolo di andare al limite. Avrei potuto farlo. Grazie a Dio
non l’ho fatto. Il periodo più buio l’ho vissuto
mentre giravo “Buon Compleanno Mister Grape”.
Playboy: Che tipo di droghe prendevi?
Depp: Non sono mai stato un cocainomane, o cose
del genere. Ho sempre disprezzato quella roba. Pensavo fosse una
perdita di tempo, senza senso. Ma mi stavo avvelenando con alcol
e con le medicine. Cercavo di non sentire più nulla.
Playboy: Cos’è che non volevi sentire?
Depp: Cercavo di non sentire più nulla, ed
è ridicolo. E’ una delle cose più stupide
che puoi fare, perché non fai altro che rimandare l’inevitabile.
Un giorno dovrai guardare quelle cose in faccia invece di soffocare
il dolore.
Playboy: Per quanto tempo è durato? Per quanto
sei stato vittima di questo?
Depp: No, grazie a Dio non sono mai rimasto dipendente
di qualcosa. Non ho mai avuto una “scimmia” sulle
spalle. Prendevo solo delle medicine per conto mio e mi stordivo
con l’alcol. Era così che affrontavo la realtà,
lo stress, I cambiamenti, la tristezza, i ricordi. E la lista
è lunga…. Cercavo davvero di non sentire più
nulla.
Playboy: Cosa ti ha fatto smettere?
Depp: La mia famiglia e I miei amici si sono seduti
e mi hanno detto: “Senti, ti vogliamo bene. Sei importante
per noi, e tu stai rovinando tutto. Ti stai uccidendo e così
uccidi anche noi.”
Playboy: Li hai ascoltati?
Depp: Non subito. Non riesci ad ascoltarli perché
sei stupido. Sei ignorante. Sei umano. Alla fine ti arriva. Alla
fine il corpo e la mente e il cuore e la psiche ti dicono : “Si,
stai facendo la cosa sbagliata.”
Playboy: La tua famiglia e I tuoi amici sono intervenuti
in qualche modo?
Depp: Ad un certo punto si. In quel momento ho detto
che apprezzavo tutto ciò. Andavo a fasi. Dissi che stavo
bene, e ho fatto il cretino per due mesi. Ma vedevo le cose trasformarsi
in una brutta spirale senza controllo. E allora ho pensato, forse
sono ritardato, ma ciò è ridicolo. Cazzo, basta!
Quindi ho smesso tutto per una buona parte dell’anno. Credo
di aver raggiunto un punto in cui mi sono detto, “Cristo,
ma che sto facendo? La vita è bella, cazzo. Che cosa mi
sto facendo?” Ora bevo solo un bicchiere o due di vino rosso.
Playboy: River Phoenix è per morto di overdose
davanti al tuo locale. Che impatto ha avuto questo su di te?
Depp: Devastante. Non riesco neanche ad immaginare
l’intensità del dolore che hanno provato la sua famiglia
e i suoi amici. Per me è stata dura, ma per loro deve essere
stato insopportabile.
Playboy: Lo conoscevi bene??
Depp: Ci conoscevamo e certamente avevamo un grande
rispetto uno dell’altro. C’era una sorta di promessa,
“Hey, un giorno faremo qualcosa insieme.” Mi piaceva.
Mi piaceva la sua etica lavorativa, e le sue scelte. Era un ragazzo
intelligente. Aveva così tante possibilità davanti
a lui. Cazzo, che spreco. Per cosa?
Playboy: Tutto ciò ha influenzato il tuo
uso di alcol e droga?
Depp: Era il 1993, e stavo girando Ed Wood. Ero
totalmente sobrio – nessun super alcolico, niente vino,
niente di niente. Nonostante tutto, i giornali scandalistici dicevano
che organizzavo dei droga-party. Tutta la cosa era strana, terribile,
brutta e triste. Questo episodio mi è rimasto in testa,
e nel cuore.
Playboy: Quello e gli altri periodi bui della tua
vita hanno influenzato il tuo lavoro? Tim Burton una volta ha
detto che hai un’affinità con le persone danneggiate.
E’ vero?
Depp: Mi sento affine alle persone danneggiate,
nella vita e nei ruoli. Non so perché. Siamo tutti danneggiati
in un modo o nell’altro. Nessuno è perfetto. Credo
che siamo tutti un po’ fuori, ognuno di noi.
Playboy: Ti sei sentito danneggiato da bambino,
o hai avuto un infanzia relativamente normale?
Depp: Normale? Non mi allargherei così tanto.
Playboy: Allora in che modo è stata anormale?
Depp: Era strana, ma allora tuttavia era normale
per noi. Fino a che ho iniziato ad uscire e ad andare a casa degli
altri bambini, a cena, e vedere come si comporta una famiglia
normale. Solo allora ho capito che la mia non lo era.
Playboy: In che modo era diversa?
Depp: Anche solo sedersi a tavola tutti insieme
per cena – non succedeva a casa mia. A casa mia la cena
il più delle volte consisteva in un panino da dividere.
Oppure se tornavi tardi sgranocchiavi delle noccioline, e dividevi
anche quelle. Era così. Andavo a casa del mio amico Sal
per cena. Non riuscivo a capire perché stavano tutti seduti
intorno a un tavolo. Non mi scorderò mai di aver visto
la lattuga per la prima volta. Era strana. Ne avevo paura. C’era
insalata, antipasti e zuppa. Non capivo bene. Io ero cresciuto
con cibo da poveracci.
Playboy: Pare che anche a scuola non fossi molto
più a tuo agio. Davi dei problemi a scuola?
Depp: Si, al liceo.
Playboy: In che modo?
Depp: C’era questa donna cattiva, un’insegnante.
Se poco poco le andavi sott’occhio, ti prendeva in giro
e ti chiamava sempre. Era brutale e ingiusta. Un giorno mi disse
di fare una cosa, non ricordo cosa. Aveva un tono cattivo. Mi
ha cominciato da urlare in faccia davanti a tutta la classe per
mettermi in imbarazzo. Vedevo quello che stava facendo, cercava
di rendermi ridicolo. Mi sono girato e me ne sono andato. Mentre
lo facevo, ho rovesciato i miei cassetti e gli ho fatto vedere
le chiappe.
Playboy: Come ha reagito?
Depp: E’ uscita fuori di testa. Poi chiaramente
sono stato portato dal preside e sono stato sospeso per un paio
di settimane. Ma già mi sentivo fuori da lì. Sapevo
che i miei giorni erano contati.
Playboy: Cosa ti interessava a scuola?
Depp: La musica mi interessava più di qualsiasi
altra cosa. La musica era come la vita. Avevo trovato una ragione
per vivere. A 12 anni mia madre mi regalò una chitarra
elettrica da 25 dollari. Avevo uno zio prete, e la sua famiglia
aveva un gruppo gospel. Lui suonava la chitarra in chiesa e io
lo guardavo. Divenni ossessionato con la chitarra. Mi sono chiuso
in camera per gran parte dell’anno e ho imparato gli accordi.
Cercavo di imparare attraverso I dischi.
Playboy: Quali dischi?
Depp: Sono stato fortunato ad avere mio fratello,
di 10 anni più grande di me e davvero molto intelligente.
Mi fece piacere Van Morrison e Bob Dylan. Ricordo che ascoltavo
la colonna sonora di “Arancia Meccanica” e “Ultimo
tango a Parigi”. Adoravo i Kiss e Alice Cooper, e quando
ero più grande i Clash, i Sex Pistols e i Ramones.
Playboy: perché non è decollata la
tua carriera musicale?
Depp: Ad un certo punto mi sono accorto che, in
termini di carriera, forse non avevo una vera e propria passione.
Playboy: Che effetto ha avuto su di te il divorzio
dei tuoi genitori?
Depp: Avevo 15 anni, credo. Era stato nell’aria
per molto tempo. Mi sorprendo ancora che siano durati così
tanto, Dio li benedica. Credo che cercassero di stare unti per
i figli, ma ad un certo punto non ce l’hanno più
fatta.
Playboy: Come sono stati come genitori?
Depp: Sono stati dei buoni genitori. Hanno tirato
su quattro figli. Io ero il più piccolo. Sono riusciti
ad andare avanti per tutti quegli anni. Ma vivevamo in una casa
piccola, e nessuno litigava a voce bassa. Eravamo sempre esposti
ai litigi più brutali tra di loro. Quella cosa ti rimane
dentro.
Playboy: Cosa ti ha portato a recitare?
Depp: Un’opportunità. In realtà
non mi interessava recitare all’inizio. Nicolas Cage –avevamo
amici in comune – mi presentò al suo agente. Questa
mi mandò da un casting director, e feci un’audizione
per il primo “Nightmare”. Ottenni la parte. Ero stupefatto.
Mi pagarono per un’intera settimana. Fu pura fortuna, un
episodio. Lo feci solamente per pagarmi l’affitto. In quel
momento facevo letteralmente domanda per ogni lavoro, qualsiasi
tipo di lavoro. Nic Cage disse, “Dovresti provare a fare
l’attore. Forse lo sei e non lo sai.” Iniziai a recitare,
e pensai, beh, questa è una strada interessante; forse
dovrei continuare a percorrerla. Non sapevo neanche che cavolo
stessi facendo, perciò iniziai a leggere tutto ciò
che riguardava la recitazione - Stanislavsky, Uta Hagen, Michael
Chekhov. Cominciai ad assorbirlo.
Playboy: Poi sei arrivato ad avere il ruolo principale
in “21 Jump Street”. Come ripensi a quell’esperienza?
Depp: Mi ha portato ad altre cose, e ne sono grato.
Fu anche molto educativa, ma molto frustrante. Mi sembrava di
riempire degli spazi tra le pubblicità.
Playboy: Eppure ha avuto molto successo e ha lanciato
la tua carriera.
Depp: Si. Ero stato buttato fuori dal mio appartamento
e mi ero trasferito a casa di amici. Mi arrabattavo per pagare
l’affitto, aspettando assegni che mi dovevano da altre cose
per pagare le bollette. Passai da quello a fare un sacco di soldi.
Passai dall’anonimato all’andare in un ristorante
e vedere persone che mi indicavano. Fu uno shock. Ma quello che
in realtà mi diede fastidio era vedere tutta la macchina.
Vedevo le ruote girare. Vedevo dove stava andando, e mi face paura.
Playboy: Dove stava andando?
Depp: La Fox stava creando il Fox network, usando
“21 Jump Street” per costruirlo. Mostravano la mia
faccia, vendendomi come un prodotto. Mi fece impazzire. Pensai,
dopo di questo ti ritroverai in una sit-com. Ti daranno un cestino,
un termos e un quaderno. E fra due anni sarai ridicolo. Mi pagavano
bene ed era un buon affare, ma volevo qualcos’altro.
Playboy: Cosa hai fatto per cambiare la tua carriera?
Depp: Aspettai ed aspettai di fare un film, perché
volevo fare la scelta giusta. Volevo allontanarmi dalla serie
televisiva il più possibile. Il primo film che feci dopo
Jump Street fu “Cry-Baby” con John Waters. Fu una
grande esperienza. Dopo quella feci un’altra stagione per
la serie, poi feci “Edward Mani di Forbice”. Mentre
facevo quel film, ricevetti una telefonata che mi diceva che ero
fuori dallo show. Mi sono sentito libero. Giurai a me stesso che
non mi sarei mai più trovato in compromessi tipo quello.
Giurai a me stesso che non avrei più seguito la strada
commerciale. Non avrei fatto quello che la gente si aspettava
che facessi o che fosse necessario per mantenere non so cosa –
una carriera famosa o finanziariamente soddisfacente. Mi ripromisi
questo.
Playboy: Il successo dei Pirati ha cambiato il tuo
atteggiamento?
Depp: Anni fa mi sono detto, non farò mai
più televisione. Assolutamente. Niente al mondo riuscirà
a farmela rifare. E poi in qualche parte della mia mente penso
che sarebbe fico fare una serie televisiva, solo per restare nello
stesso posto per un po’. Non sai mai quello che succederà.
Un istante fai una cosa che interessa alla gente, e l’attimo
dopo non gli interessi più. E’ un gioco molto strano.
Voglio dire, vorrei poter fare del “dinner theater”.
Forse non sarebbe così male. Ho sempre detto che potrei
finire a stare all’entrata di Mc Donald’s facendo
“Edward Mani di Forbice”. Non si sa mai.
Playboy: Hai sempre rifiutato ruoli che successivamente
hanno fatto personaggi tipo Brad Pitt, compresa una parte in “Thelma
& Louise”. E’ stato un errore?
Depp: Non rimpiango nulla delle cose che non ho
fatto, e sicuramente non rimpiango nulla delle cose che ho fatto,
fino alla più stupida. Ogni cosa è accaduta perché
doveva accadere, anche le cose ridicole che ho fatto all’inizio.
Non mi rimpiango nulla di tutto ciò.
Playboy: Hai recitato insieme ad attori incredibili,
come Al Pacino e Marlon Brando. Cosa hai imparato da loro?
Depp: Li ho osservati come un falco. Ho succhiato
da loro quanta più esperienza potessi. Alla fine, ho solidificato
quanto già sapevo come musicista: Fai cosa è giusto
per te. Che sia un musicista, un attore, un pittore o uno scrittore,
ci deve essere un certo livello di compromesso in quello che fai,
ma non scendere a compromessi se non pensi che sia giusto per
te. Difenditi, a qualsiasi costo. Non farti mai calpestare I piedi.
Playboy: E poi c’è stata Traci Lords
in “Cry-baby”. Questa ex attrice porno è diventata
un’attrice professionista?
Depp: Mi ricordo quando l’ho incontrata. Ho
capito che era un po’ protettiva nei confronti di se stessa,
stanca delle persone. E un po’ chiusa all’inizio,
ma presto divenne incredibilmente dolce e molto professionale
. Adorabile. Gli ho voluto bene. Ancora gliene voglio.
Playboy: Oggigiorno come scegli i film da fare?
Depp: Riesco a capirlo dalle prime 10, 15 o 20 pagine
del copione, a volte dalle prime tre. Riesco a capire se c’è
qualcosa che potrebbe andare bene. Comincio ad immaginarmi le
cose nella mente, e poi le scrivo.
Playboy: Che cosa cerchi?
Depp: Cerco solamente qualcosa di diverso. Voglio
stupirmi. Cerco qualcosa che non sia rigido o già visto.
Per “Secret Window”, lessi il copione, e mi è
piacque subito. La fine è geniale. Non riuscivo ad immaginarla.
E’ basato su un racconto di Stephen King. E’ scritto
benissimo. Anche lo screen direction è divertente: “Guarda
a sinistra, guarda a destra, va verso il frigorifero, prende un
Cheeeto, e poi lo divide.” La storia ha un grande svolgimento.
Playboy: E’ vero che hai basato il tuo personaggio
dei Pirati dei Caraibi, il capitano Jack, su Keith Richards?
Depp: E Pepe Le Pew.
Playboy: Il cartone?
Depp: Si. Quando ero bambino Pepe era uno dei grandi
cartoni del sabato mattina. Pepe è una puzzola francese
che salta, la più felice al mondo. Mentre saltella, la
gente cade per terra per la puzza ma lei non se ne accorge neanche.
Ho sempre pensato, che modo fantastico di vivere la vita.
Playboy: E perché Keith Richards?
Depp: Quando ho deciso di fare il film ho iniziato
a pensare ai pirati del 17° e 18° secolo. Ho pensato che
l’equivalente moderno sono le star del rock.
Playboy: In che modo sono come i pirati?
Depp: Vivono in maniera pericolosa. Sono selvaggi
e capaci di qualsiasi cosa, esattamente come i pirati. E una volta
che ho stabilito il legame, ho pensato chi è la rock star
suprema? Keith Richards.
Playboy: Conosci Richards?
Depp: Sono stato abbastanza fortunato da poterci
passare un po’ di tempo negli anni, e si, lo conosco bene.
Lui è una specie di pirata. Per il film, non volevo fare
un’imitazione di Keith, ma volevo prenderne lo spirito,
quella sicurezza tranquilla e beata.
Playboy: Da quando i pirati mettono tutto quel trucco
che il tuo personaggio porta nel film?
Depp: Veramente, per un periodo di tempo, Keith
l’ha portato. Anche Bob Dylan negli anni ‘70. Per
un periodo si è messo pesante eye-liner sugli occhi. Ho
pensato a questa cosa dell’eye-liner. Deriva dalle tribù
nomadi del deserto dell’Africa. E’ una protezione
per occhi dal sole. I giocatori di football anche lo usano tuttora.
Ed ho preso anche altre cose da Keith, - cose che aveva tra i
capelli, le perline.
Playboy: Richards non è stata la tua sola
ispirazione. Sembra che per Ichabod Crane in Sleepy Hollow ti
sia basato su Angela Lansbury, e per Ed Wood su Ronald Reagan.
Mi sembrano una strana scelta di esempi.
Depp: Beh, Angela Lansbury è un’attrice
fantastica. Pensai ad Ichabod Crane come ad una ragazzina molto
nervosa ed estremamente sensibile. Lì è venuta fuori
Angela Lansbury. Pensai a delle cose che aveva fatto nel corso
degli anni, soprattutto in “Morte sul Nilo”. Per Ichabod
mi sono anche un po’ basato su Roddy McDowall, che è
un caro amico.
Playboy: E il presidente Reagan?
Depp: Ed Wood era basato su Reagan, si, ma anche
su l’uomo di latta de “Il Mago di Oz”. E Casey
Kasem. Ed stato uno strano miscuglio di questi tre.
Playboy: Perché quei tre?
Depp: Mi ricordo dei discorsi che faceva Reagan.
Aveva questo senso di innocenza e di cieco, ingenuo ottimismo
-“Tutto andrà bene.” E tu stai lì e
dici, “No! Non andrà per niente tutto bene!”
L’interpretazione di Jack Haley come uomo di latta ne “Il
Mago di Oz” è una delle più bizzarre che abbia
mai visto. Guardi quel film e pensi ad un uomo adulto che recita
in quel modo, è davvero stupefacente.
Playboy: E per quanto riguarda Casey Kasem?
Depp: [Imitando Kasem] Quello che mi è sempre
piaciuto di Casey è che fosse sempre pieno di speranza..
Playboy: Sei l’unico attore che usa questa
strane ispirazioni?
Depp: Non lo so. Il fatto è che quando leggo
un copione ho questi flash, queste immagini veloci.
Playboy: La stampa è stata dura con te l’anno
scorso durante la guerra in Iraq. Hai detto che l’America
è come un cucciolo stupido che può morderti e ferirti.
Ti ha sorpreso la reazione?
Depp: Non mancherei mai di rispetto al mio paese,
alla gente, soprattutto ai ragazzi che sono lì a servire
nelle forze armate. Mio zio è stato ferito in Vietnam,
paralizzato dal collo in giù. Non direi mai le cose nel
modo in cui i giornali hanno riportato.
Playboy:
Cosa hai detto esattamente?
Depp: Fondamentalmente ho detto che gli Stati Uniti
sono un paese molto giovane rispetto all’Europa. Stiamo
ancora crescendo. Tutto qui. Non direi mai qualcosa di anti-americano.
Io sono americano, e adoro il mio paese.
Playboy: Che ne pensi del presidente Bush?
Depp: Che posso dire? E’ un figlio, è
un padre. Dio lo benedica. Gli auguro buona fortuna. Sai che intendo…
Non sono d’accordo con la sua linea politica, e non farò
finta di esserlo, ma non sono d’accordo con le linee politiche
di altre persone.
Playboy: Hai avuto problemi di ordine pubblico,
compresa la volta che hai distrutto una stanza d’albergo
con Kate Moss. Cosa era successo?
Depp: Molto semplicemente, avevo avuto una giornataccia.
Ero stato inseguito dai fotografi tutto il giorno e mi sentivo
un po’ troppo al centro dell’attenzione. Ovviamente
c’era qualcosa che non funzionava nella mia vita. Per diversi
anni mi ero sentito non arrabbiato, ma frustrato e stavo male,
e non capivo bene perché.
Playboy: Cosa intendi?
Depp: Ero perso non capivo più il senso di
nulla. Quando mi dicevano “Dai, facciamo questo film. Puoi
fare una barca di soldi,” Beh, questa cosa mi faceva incazzare
a morte. Fanculo tutto ciò. Che vuol dire? Non ha senso.
Quindi me lo sono tenuto dentro, e questo risentimento è
cresciuto, ed ho perso il controllo. Era la somma di un insieme
di cose, una brutta scintilla, e mi è partito il cervello.
Ho fatto quello che sentivo necessario. Grazie a Dio non l’ho
fatto con un essere umano ma con una stanza d’albergo che
ho distrutto. Fu un incidente strano. C’era il tipo della
sicurezza dell’albergo che era scocciato ed arrogante. Volevo
spaccargli la faccia. Ma sapevo che in quel caso le cose sarebbe
peggiorate di molto- cause e Dio sa cos’altro.
Playboy: Cosa successe esattamente?
Depp: Feci quel casino, e vennero su in camera mia.
A quel punto mi ero calmato. Dissi: “Ovviamente pagherò
per tutti I danni. Mi dispiace.” Non era abbastanza. Il
tipo divenne arrogante e stronzo. Subito dopo mi trovai la polizia
alla porta. Per quanto l’incidente fu cretino, non ho rimorsi.
Non credo di essermi meritato tutta la stampa contro, e sicuramente
non meritavo di andare nelle celle di New York in manette. Sono
stato in tre diverse prigioni quella notte. Ma fa tutto parte
della mia esperienza, sai?
Playboy: Hai avuto un altro incidente con la polizia,
a Londra, stavolta uno scontro diretto coi fotografi.
Depp: Ero ad un ristorante con Vanessa, e Vanessa
era “molto” incinta. Volevano fare delle foto di me,
di Vanessa, e della pancia. A quel punto ho pensato, non sono
uno di quegli attori che piagnucolano: Oddio, I paparazzi non
mi lasciano in pace!” Non me ne frega niente. Però,
in quella particolare circostanza ho detto: “Guardate, questa
è la mia ragazza. Questo è il nostro primo bambino.
Non vi lascerò trasformare tutto questo in un circo. Non
trasformerete questa esperienza profondamente bella e spirituale
che mi cambierà la vita in un articolo per i giornali.
Non senza un rissa.” Sono uscito e ci ho parlato. Ho detto:
“Sentite, so quello che cercate. Capisco che avete un lavoro
da fare. Ma non trasformerò tutto ciò in una pagliacciata.
Lasciateci in pace. Stasera non otterrete quello che cercate.
Ci vediamo un’altra volta.”
Playboy: E loro ovviamente hanno detto “Ci
dispiace. Ce ne andiamo.”
Depp: Si, certo. Sono diventati aggressivi e hanno
iniziato a dire “Vaffanculo, Johnny.” Quel tipo di
roba. Mi sono girato e ho detto a Vanessa: “Esci ed entra
in macchina così non ci fotografano insieme, e non fotografano
la pancia.” Lei è uscita. Era in macchina, quindi
era tutto ok, ma erano talmente dei pezzi di merda. Uno di loro
cercava di tenere lo sportello della macchina aperto. Aveva la
mano lì. Ho guardato per terra e c’era un pezzo di
legno lungo tipo 17 pollici. L’istinto ha preso il sopravvento.
L’ho perso e l’ho spaccato sulla mano del tipo. Sono
uscito e gli ho detto: “Ora voglio che mi fai la foto, perché
alla prima persona che vedo scattare un flash, gli spacco il cranio.
Avanti. Fatemi una foto.” Non me l’hanno fatta. Ero
livido di rabbia. Si sono allontanati. Li ho fatti allontanare
da Vanessa e dalla macchina. E’ stato bellissimo. Ne è
falsa la pena. E’ stato anche piuttosto poetico. Un minuto
dopo ho visto dei flash lampeggiarmi intorno. E una camionetta
della polizia.
Playboy: Quanto tempo sei rimasto dentro?
Depp: Per poco. Più o meno erano le 11:30
o mezzanotte, e sono uscito per le 5 o 6 del mattino. Nessuno
ha esposto denuncia, perché non volevano rendere noti i
loro nomi. Se avessero esposto una denuncia avrebbero dovuto dare
i loro nomi e avrebbero perso l’anonimato. In realtà
la polizia è stata fantastica, davvero carini. Ho detto
loro, non me ne importava molto prima di avere figli. Cambia tutto
quando ci sono di mezzo I figli.
Playboy: Tipo?
Depp: Tutto. Le tue abitudini nel dormire. Tutta
la tua vita cambia. Ogni piccola cosa è diversa.
Playboy: E tu come sei diverso?
Depp: Credo che ti svegli e che ti dia l’opportunità
di essere te stesso. Prima che nascessero I miei figli avevo una
paura terribile a prendere in braccio un bambino. Quando ero un
teen-ager e mio fratello aveva dei bambini, avevo un paura terribile
a tenerli in braccio. Non so, sembravano così fragili.
In genere li tenevo in braccio un minuto e poi dicevo: ”Ok,
tieni il bambino.” Quindi sono rimasto sorpreso dal fatto
che improvvisamente mi sono sentito a mio agio con il mio primo
bambino. Nel giro di 24 ore ero totalmente a mio agio- I pannolini,
e tutto il resto. Uno dei momenti più straordinari della
mia vita è stato tenere in braccio la mia Lily-Rose, appena
nata. Non aveva neanche 3 ore, e io la tenevo in braccio. I suoi
occhietti erano aperti solo a metà. Stava per addormentarsi.
Guardando quegli occhi ho pensato, mio Dio, non riuscirò
mai ad essere più vicino di così ad un essere umano,
per tutta la vita. Eppure, succede di nuovo, quando arriva un
bimbo per la seconda volta. Prima che arrivasse il secondo, avevo
questa strana sensazione, una preoccupazione. Pensavo, come riuscirò
ad amare il secondo così come amo il primo? Sarà
possibile? Poi è arrivato il piccolo Jack, ed è
stato istantaneo. Istantaneo. Ti sembrano così fragili.
Playboy: Chi ti ha dato i consigli per essere genitore?
Depp: Uno dei consigli più grandi è
arrivato da mio fratello. Quando gli ho detto che Vanessa era
incinta, ha detto: “Congratulazioni. Non dormirai mai più
alla stessa maniera. Non avrai mai più un giorno di calma
in vita tua. Ma ne varrà la pena.“ lo disse davvero
in maniera spontanea, ma gli veniva dal cuore.
Playboy: Essere genitori ha influenzato i film che
hai deciso di fare?
Depp: Si. In realtà mi sembra di fare ogni
scelta con i miei figli in mente. Mi aiuta ad essere più
deciso sulle cose che voglio o non voglio fare. Voglio che i miei
figli dicano, “Mio papà ha fatto solo le cose che
si sentiva di fare.” Non voglio farli sentire in imbarazzo.
Credo che forse potranno andare fieri di qualche film che ho fatto.
Forse saranno fieri che ho combattuto per fare le scelte giuste.
Quando sei vecchio, incontinente, e i tuoi figli ti cambiano i
pannolini, sapranno che c’è stata integrità.
Playboy: Vanessa è francese. Le donne francesi
sono diverse dalle americane?
Depp: Parlano meglio il francese.
Playboy: A parte quello.
Depp: Non so, Vanessa potrebbe essere qualsiasi
cosa- islandese, armena, egiziana, qualsiasi cosa. Mi avrebbe
colpito con la stessa forza. Non direi che è stata la “cosa
francese”.
Playboy: Come vi siete conosciuti?
Depp: Ci siamo conosciuti brevemente anni fa. Ricordo
di aver pensato, “Aia!” Ci siamo solo salutati ma
il contatto tra i nostri occhi è stato elettrico. Era il
1993. Non fu fino al 1998, quando decisi di fare “La Nona
Porta” di Polanski, che ero nella lobby dell’albergo,
e stavo prendendo i miei messaggi. Mi sono girato e attraverso
la lobby ho visto questa schiena. Portava un vestito con una scollatura
sulla schiena. Ho pensato, Wow. Improvvisamente si è girata
e mi ha guardato. Mi sono diretto verso di lei, e lì ho
ritrovato quegli occhi. L’ho riconosciuta subito. Mi ha
chiesto, “Ti ricordi di me?” Ho detto, “Oh si.”
Abbiamo preso una cosa da bere, e a quel punto era finita. Sapevo
di essere nei guai.
Playboy: Cosa ha reso questa relazione diversa?
Depp: Tutto. Dopo che abbiamo iniziato a vederci,
io avevo lavorato a lungo, tornai a casa, nel mio appartamento
parigino, alle 3 o 4 di mattina. Vanessa era lì, e stava
cucinando per me. Con questo non voglio dire che le donne debbano
cucinare per gli uomini—non è questo che voglio dire—ma
mi ha colto di sorpresa. Era come una partita totalmente nuova
per me. Non mi era mai successo prima. Era come se fosse una donna
e non temesse di esserlo. Spero che questo non suoni strano o
sessista, perché non lo sono. Credo fermamente che le donne
siano un sesso più forte, più intelligente e più
evoluto.
Playboy: Hai mai pensato al matrimonio?
Depp: Certo, ma sarebbe un peccato rovinare il suo
cognome. E’ così perfetto – Vanessa Paradis.
Così bello. Sarebbe terribile appiccicarli Paradis-Depp.
E’ come una nota stonata. Ma di fatto, è come se
fossimo sposati. Abbiamo avuto due bambini, e lei è la
donna della mia vita. Se lei mai dicesse, “Hey, sposiamoci,”
lo farei in un secondo. Lo faremo se i bambini lo vogliono, o
forse quando i bambini saranno abbastanza grandi da partecipare
al matrimonio.
Playboy: I nomi dei tuoi figli sono tatuati sul
tuo corpo. Il tatuaggio di Jack è per tuo figlio o per
il tuo personaggio nei Pirati dei Caraibi?
Depp: Per entrambi le cose, in effetti. Ne avevo
uno finto per il film, ma l’ho spostato e capovolto per
farne uno reale per mio figlio, Jack. Quello di mia figlia è
qui, sul mio cuore.
Playboy: Quanti tatuaggi hai in tutto?
Depp: Vediamo. [conta] ce ne sono 10, credo.
Playboy: Il tatuaggio “Winona Forever”
è abbastanza famoso.
Depp: Si, ce l’ho sul braccio. E’ una
di quelle cose che fai sulla scia del momento- “Fanculo,
facciamolo.” Poi ti lasci e il tatuaggio è ancora
lì: il nome di una ragazza sul braccio.
Playboy:
Ha creato problemi nelle tue relazioni successive alla rottura
Winona Ryder?
Depp: Si, può rendere le cose un po’
strane. L’ho cambiato in “Wino Forever” (“Avvinazzato
per sempre”), che in effetti è anche più appropriato.
Playboy: Quanto fa male farsi levare un tatuaggio?
Depp: Male. Il tipo mi ha detto, “Ti dovrei
fare un anestesia locale,” ma ho detto, “No, sto bene.”
Mi ha toccato con il laser e mi è sembrato come se qualcuno
avesse teso un elastico da Marte e poi lo avesse rilanciato contro.
La pelle brucia e fa le bolle.
Playboy: Ti sembra ironico che dopo avere avuto
relazioni pubbliche con personaggi tipo Winona Ryder, solo ora
– ora che sei sposato con dei bambini – la rivista
People ti ha nominato l’uomo più sexy della terra?
Depp: Credo di si.
Playboy: Chi ti ha dato la notizia?
Depp: Mia sorella mi ha chiamato e mi ha detto,
“Hey, indovina.” E’ così strano. Meno
male che ero a Parigi in quel momento, perché ho pensato
che lì nessuno l’avrebbe saputo. Poi, al bar dell’hotel
Ritz, un tizio mi fa: “Hey, man, congratulazioni.”
Un mio amico incontrò Gerard Depardieu. E quando ho incontrato
questo mio amico, mi ha detto, “Oh, a proposito, Gerard
ha detto che sei l’uomo più sexy della terra….”
Voglio dire, se qualcuno ci crede davvero, sono davvero lusingato,
ma io non lo capisco. Mi mortifica. Pensai, ma da dove nasce questa
cosa? Perché hanno scelto me? Perché ora? Beh, credo
solo che sia il mio momento.
Deeply Depp
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